Il Perdono nell’insegnamento di Gesù: 7 passi del Vangelo alla scoperta del Perdono (prima parte)

Ho dedicato diversi video al perdono, non poteva quindi mancare un approfondimento su ciò che ci ha trasmetto Gesù nel Vangelo, per portare a un livello superiore ciò che abbiamo già capito sul perdono.

Dal momento che Dio si è fatto uomo, il Vangelo è un libro che ci svela profondamente il nostre essere umani.

Anche il perdono partecipa di questa sacralità, al punto che, come vedremo, non è possibile separare il perdono che Dio ci dona, dal perdono che siamo chiamati a donarci gli uni gli altri.

Il perdono è presente in moltissimi passi del Vangelo: cercherò di delineare un cammino unitario che passa attraverso i Vangeli e la vicenda di Gesù, fino alla croce e alla risurrezione, anche se i 7 passi del vangelo che vi propongo non hanno un ordine cronologico, ma ideale.

1 – “Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”

Partiamo dal Padre Nostro, la preghiera che Gesù ha consegnato ai suoi discepoli e che recitiamo ogni giorno. Al suo interno vi troviamo questa frase dedicata al perdono:

«Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori

Matteo 6

Mi è capitato moltissime volte di spiegarla così: ogni volta che noi recitiamo il Padre Nostro è come se firmassimo un patto con Dio, ovvero: noi diamo al Padre il permesso di non perdonarci se noi stessi non perdoniamo ai nostri fratelli.

Ma più ci penso, e più mi convinco che non può essere questo il significato di quelle parole: un Padre che non ci perdona se noi non ci perdoniamo, sarebbe un padre troppo umano. Come umano è il concetto di giustizia che ci spesso abbracciamo: se ti sei comportato in un certo modo, devi pagarne le conseguenze.

Ma la giustizia di Dio è diversa: la giustizia di Dio è misericordia.

Per noi mettere insieme giustizia e misericordia è molto difficile, se non impossibile, per cui ci capita di pensare che se vogliamo essere giusti non possiamo essere misericordiosi, e viceversa.

Invece in Dio giustizia e misericordia combaciano. Come è possibile? È la stessa domanda che si fa Santa Teresina, che dopo tante riflessioni e preghiere riesce a capire come si possano mettere insieme le due cose: lo vedremo alla fine del nostro percorso.

Ora continuiamo il nostro percorso per arrivare a comprendere in profondità quell’espressione che ripetiamo ogni giorno nel Padre Nostro.

2 – Il Padre Misericordioso.

La parabola del Figlio Prodigo, o del Padre Misericordioso è una delle più famose, utilizzata spesso per spiegare la misericordia di Dio e il senso della confessione.

Un padre aveva due figli: uno dei due dice al padre:

«Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta.»

Luca 15

Dire al padre “Dammi l’eredità”, equivale a dire “Papà, tu per me sei morto”. La legge diceva che di fronte ad un affronto del genere il padre avrebbe potuto mettere a morte il figlio. E invece no: il Padre di cui Gesù ci parla è un padre che lascia vivere al figlio la sua libertà fino in fondo, persino la libertà di considerare morto il padre. Fa un passo indietro, lascia che il figlio viva.

Il figlio va via, sperpera tutto ciò che ha, e a quel punto, disperato, ritorna in sé e fa questo ragionamento:

«Tutti i salariati in casa di mio padre stanno meglio di me, mentre io sono qui ridotto a mangiare il cibo dei maiali. Tornerò a casa e dirò a mio padre: Padre, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio, dammi la parte di patrimonio che mi spetta.»

E così si incammina verso casa, e qui accade una cosa che ogni volta mi mette i brividi:

«Mentre ancora era lontano, il padre gli corse incontro.»

Mentre era ancora lontano, quasi a dire: il padre non aveva mai smesso un attimo di stare alla finestra, nel desiderio del ritorno del figlio.

E qui una volta il mio parroco, don Adriano, mi ha stupito, facendoci questa domanda durante un incontro:

«Quand’è che Dio ci perdona?»

Ci verrebbe naturale dire che ci perdona quando gli chiediamo scusa, o quando ci confessiamo.

No: Dio ci perdona nel momento stesso in cui pecchiamo, nel senso che il suo abbraccio è sempre a nostra disposizione e il suo amore non conosce mai tentennamenti. Nel momento in cui gli chiediamo scusa avviene la riconciliazione, ovvero allarghiamo anche noi le braccia per accogliere l’abbraccio e il perdono di Dio.

Parlando delle 10 idee sbagliate sul perdono dicevamo che perdonare non significa riconciliarsi, e ciò è vero anche nei confronti di Dio. Noi possiamo arrivare a perdonare nel nostro intimo chi ci ha fatto del male, senza che avvenga la riconciliazione: o perché l’altro non la desidera, o perché noi valutiamo che non sia opportuno riprendere quel rapporto in cui potremmo continuare ad essere feriti.

Con Dio può avvedere qualcosa di simile: Dio ci perdona sempre, e poi sta a noi accettare il perdono e approdare alla sua offerta di riconciliazione; ma a differenza di noi, che non sempre siamo disposti a concedere la riconciliazione, lui sarà sempre disposto non solo a perdonarci, ma anche a riconciliarsi con noi.

E così il Padre non sta più nella pelle per il ritorno del figlio:

«Mettetegli l’anello al dito, i calzari ai piedi, e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.»

Ma il padre aveva anche un altro figlio, il maggiore, che rimane stizzito e turbato per la festa che il padre ha preparato per il figlio ritrovato:

«Io sono sempre con te, e per me non hai mai fatto una festa simile!»

La parabola finisce male: il figlio maggiore non riesce ad entrare in empatia con la gioia del padre. Pare che Gesù voglia dirci che la festa del perdono di Dio non potrà essere piena finché non riusciremo a perdonarci gli uni gli altri, lasciando andare quel concetto di giustizia che tende a separare buoni e cattivi, giusti e ingiusti, mentre l’amore di Dio che Gesù ci ha annunciato è un amore che tende sempre a unire e ricomporre.

3 – Discorso della montagna

Già, buoni e cattivi, giusti e ingiusti; arriviamo così al discorso della montagna:

«Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.»

Matteo 5

Amare e odiare, amici e nemici. Il nostro Ego tende sempre a separare, a vedere il male negli altri e il bene in noi. Se ti chiedessi: tu sei buono o cattivo, da che parte ti metteresti? Credo che nessuna persona al mondo si metterebbe mai dalla parte dei cattivi. Neppure il peggiore dei criminali: pensiamo sempre di essere nel giusto e abbiamo sempre una giustificazione per ciò che facciamo, e nel contempo pensiamo che gli altri siano cattivi.

Lo sguardo di Dio è diverso: per lui non ci sono buoni e cattivi, giusti e ingiusti, amici e nemici. Per Dio ci sono solo figli, capaci di gesti buoni e capaci di gesti cattivi, ma sempre comunque figli.

E perché possiamo fare nostro lo sguardo di Dio, Gesù ci chiede di pregare per chi ci ha fatto del male: pregare per loro significa assumere lo stesso sguardo di Dio, chiedere a Dio di diventare capaci di vedere chi ci ha fatto del male non come un avversario da eliminare, ma come un fratello da amare. Pregare per chi ci ha fatto del male significa provare a cambiare prospettiva, per vedere l’altro con gli occhi di Dio.

E Gesù conclude così quel passo del discorso della Montagna nel Vangelo di Matteo:

«Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.»

Il passo parallelo di Luca finisce in modo leggermente diverso:

«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.»

Come dire: la perfezione di Dio consiste nella sua misericordia.

Quando esercitiamo misericordia, è il momento in cui assomigliamo nel modo più grande al nostro Padre celeste: perché tra tutte le forme di amore, il perdono è la più grande, perché finché amiamo coloro che ci hanno fatto del bene, potrebbe trattarsi di un amore condizionato, di una forma di scambio; mentre quando perdoniamo, il nostro amore è veramente gratuito: abbiamo ricevuto del male, e in cambio restituiamo pensieri di misericordia e compassione.

Perdonare significa riconoscere che siamo tutti figli amati da Dio, e che i semi di male che nell’altro sono germogliati in azioni che ci hanno ferito, sono in realtà presenti anche dentro di noi: in ognuno di noi ci sono semi di male e azioni cattive che fanno soffrire gli altri, magari in buona fede.

E come Dio ci guarda sempre con amore e misericordia, così noi dobbiamo diventare capaci di guardare noi stesso e gli altri in modo compassionevole.

E come il perdono di Dio ci aiuta a perdonare noi stessi, così sapere che Dio perdona sempre tutti i suoi figli ed è sempre buono e generoso con tutti, deve far nascere in noi lo stesso desiderio di essere misericordiosi come il Padre nostro che è nei cieli (avendo sempre presente, lo ripeto ancora, che perdono e riconciliazione sono due percorsi distinti, anche se a certe condizioni possono arrivare a combaciare).

Per ora ci fermiamo qui, in attesa di incontrare gli altri quattro passi del Vangelo alla scoperta del perdono.

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