Il Silenzio al servizio della Comunicazione efficace

Comunicare significa mettere qualcosa in comune: parole, gesti, immagini. Ma c’è un ingrediente fondamentale senza il quale non può esserci vera comunicazione: il silenzio.

Il silenzio è una forma molto grande di comunicazione, e in taluni casi più efficace di tante parole. Basti pensare questo: quando ti accorgi se stai bene con una persona? Non quando non la smettete più di parlare, ma quando riuscite a stare in silenzio senza imbarazzo.

È pur vero che a volte il silenzio crea un forte imbarazzo, così come talvolta non riusciamo ad interpretare il silenzio di fronte al quale ci troviamo. Ecco perché è importante accompagnare il silenzio con gesti o parole che aiutino l’altro a capirne il senso.

Il silenzio resta comunque un ingrediente fondamentale nella comunicazione. Vediamo qualche esempio.

1 – Prima di tutto il silenzio è ascolto. Senza il silenzio che si fa ascolto attento, pieno e consapevole, non ci può essere vera comunicazione. Senza il silenzio la comunicazione diventa monologo o dialogo tra sordi. Il silenzio allora è accoglienza dell’altro, della sua interiorità, di ciò che vuole comunicarci.

2 – Anche le parole hanno bisogno di silenzio: le parole pronunciate senza che prima ci sia stato silenzio, sono spesso parole vuote, superficiali. Le parole più importanti nascono da idee generate e cullate nel silenzio.

3 – Le pause di silenzio danno spessore a ciò che stai dicendo. I grandi oratori sono esperti di parole, ma sono ancora più esperti del silenzio. Il silenzio crea quell’atmosfera che permette a ciò che stai dicendo di essere accolto con ancora con più efficacia.

4 – Come dice Enzo Bianchi, c’è poi un silenzio che è antidoto all’aggressitivà, esprime mitezza, rompe il cerchio della violenza e diventa un ponte per una novità inaspettata.

Immagina ad esempio di essere nel mezzo di una discussione particolarmente animata, aggressiva, verbalmente violenta.Prova a fare questo esperimento: di fronte all’aggressività verbale dell’altro, invece di rispondere, prova ad opporre un silenzio fermo.

Accadrà una specie di destabilizzazione del dialogo, perché nei litigi particolarmente accesi, ciò che ci si aspetta è sempre la risposta altrettanto forte dell’altro. Di fronte al tuo silenzio, potrà invece succedere che l’altro ti chiederà: “Eh beh, non mi rispondi?”. In quel momento l’altro sarà diventato indifeso e ricettivo, perché in attesa di qualcosa, e allora a partire da quel silenzio che ha generato una domanda, potrai introdurre una novità nella vostra relazione.

Mi dirai: quel tuo silenzio potrebbe invece apparire come un muro di gomma, come un disinteresse al dialogo; ma se in te c’è un desiderio sincero di continuare la comunicazione, quel tuo silenzio, abbinato ad un gesto non verbale di vicinanza e interesse all’altro, potrebbe essere il punto di partenza per una parola diversa. Un gesto diverso. Un ragionamento diverso.

5 – Anche i genitori in certi casi possono avvalersi di una forma di silenzio particolarmente forte ed efficace: il silenzio attivo. A fronte di situazioni comunicative o parole o comportamenti particolarmente forti da parte del figlio, il silenzio può esprimere disapprovazione e può invitare alla riflessione. In tal caso, però, è bene spiegare: “Guarda, queste tue parole mi hanno particolarmente ferito. Oggi non voglio più parlarne, riflettiamoci e pensiamoci”. È quella che Daniele Novara, pedagogista, chiama “tecnica del silenzio attivo”, che può durare pochi minuti per i figli piccoli o anche uno o due giorni interi per i figli adolescenti: è un periodo di silenzio che rende possibile al figlio una riflessione su ciò che è accaduto.

6 – C’è poi un silenzio che è profonda comunicazione. Ad esempio quando due coniugi sanno benissimo ciò che potrebbero dire, ma nonostante questo sentono che l’un l’altro hanno già capito ciò che stanno pensando, ed è meglio non aggiungere altro, magari per evitare di farsi del male continuando a parlarne.

7 – Il silenzio infine riesce a volte ad esprimere ciò che le parole non riescono a dire. C’è un momento in cui le parole da aiuto diventano ostacolo: nell’amore, nella preghiera, nella contemplazione dell’arte o della natura; di fronte al mistero della vita.

Spero di averti aiutato ad essere più consapevole dell’importanza e del ruolo del silenzio nella tua comunicazione. Se ti vengono in mente altri significati del silenzio all’interno della comunicazione, scrivili nei commenti.

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