Discussioni: vincere entrambi è possibile!

Le nostre idee sono come un patrimonio prezioso di cui andiamo molto fieri: a volte sono frutto di una conquista lenta e faticosa, e quindi tendiamo ad essere molto attaccati ad esse. Per questo motivo è molto difficile confrontarci con persone che hanno idee diverse dalle nostre, e metterci in discussione ci costa molta fatica.

Nel video precedente abbiamo visto come sia importante coltivare dentro di noi un atteggiamento mentale di apertura: confrontarci con persone che non la pensano come noi può essere un’occasione incredibile di crescita.

Oggi vorrei parlarvi di un atteggiamento pratico che può aiutarci quando ci troviamo di fronte a chi non la pensa come noi.

Immagina di parlare con quella persona di quell’argomento su cui avete idee molto diverse. Lui inizia a parlare. Pensaci: quale sarà il tuo atteggiamento? Credo che il tuo atteggiamento sarà in parte in difesa, in parte in attacco.

Mentre l’altro esprime ciò che pensa, dentro di noi i neuroni corronno all’impazzata per tenere al sicuro le nostre idee, per difenderle.

Nel contempo, il tuo cervello sta andando alla ricerca di argomenti con i quali potrai controbattere le idee dell’altro, quindi in attacco.

Una cosa è certa: tutto ciò ci costa molta fatica.

Quando poi verrà il tuo turno di parlare, cosa dirai? Provo ad indovinare la prima parola che quella volta hai detto non appena hai aperto bocca: “NO“, e poi tutto il resto:

No, perché vedi, tu non consideri questo e quest’altro; ma devi tenere presente anche questo. E poi devi capire che la realtà è molto diversa perché…

Insomma, spesso il dialogo prosegue per negazioni reciproche: lui dice una cosa, io la nego affermando ed argomentando il suo contrario; poi viene il suo turno e lui farà lo stesso; e così via, avendo a volte la sensazione di correre su binari paralleli che non si incontrano mai.

Pensa ai talk show televisivi o a quel dibattito in cui due politici si sono confrontati su un argomento: quelle discussioni non ricalcano tutte lo stesso schema di comunicazione? Una guerra reciproca ed ininterrotta di idee completamente contrapposte, in cui ognuno non fa altro che argomentare il contrario di ciò che l’altro ha appena finito di dire.

Anche perché, se poi ci sentiamo attaccati, non ci viene voglia a nostra volta di difenderci ed attaccare a nostra volta?

Ma siamo proprio sicuri che sia l’unico approccio possibile? E non sarà che, consapevolmente o meno, nella nostra vita quotidiana, tendiamo a ricalcare quegli schemi di guerriglia di opinione a cui la televisione ci sottopone instancabilmente da anni?

Io credo profondamente che sia possibile un approccio diverso.

La prossima volta che ti troverai a discutere con una persona che non la pensa come te, mentre ti dice la sua idea, prova ad ascoltarlo veramente e prova sopratutto a cogliere quella parte di verità che forse fino a quel momento non riuscivi a vedere.

Prova cioè a concentrarti su quegli aspetti del suo ragionamento che anche tu puoi condividere.

E quando è il tuo turno, prima di dire la tua, invece di dire subito: “No no no, la verità è un altra…”, prova invece ad iniziare così:

Sai, hai proprio ragione. Non ci avevo mai pensato, le tue parole mi hanno fatto cogliere un aspetto del problema che io non consideravo. Credo sia proprio vero quello che tu dici, in quanto effettivamente tante volte succede proprio così.

Cosa succede a quel punto? La persona con la quale stiamo dialogando, si sentirà riconosciuta e capirà di essere stata ascoltata; sentirà che hai fatto lo sforzo di comprendere il suo punto di vista ed hai riconosciuto che su quelle cose sei d’accordo con lui.

In una parola, non sarete più due persone in guerra, in trincea, impegnate soltanto a difendere la vostra posizione cercando di strapparvi qualche metro di terreno a vicenda.

Facendo così, diventerete due persone impegnate insieme nella ricerca della verità, consapevoli di avere ognuno uno sguardo parziale, un punto di vista particolare che può cogliere aspetti che l’altro fino a quel momento non coglieva.

A quel punto, potrà essere il tuo turno di esprimere il tuo punto di vista, presentandolo non come un assoluto, ma come un punto di vista che a tua volta potrai offrire all’altro.

Su questo punto hai proprio ragione e sono d’accordo con te. Tuttavia, a mio parere è importante tenere conto anche di quest’altra cosa, perché dal mio punto di vista è importante valutare anche questo aspetto del problema che forse nel tuo ragionamento non è sufficientemente considerato.

Troppo spesso le nostre discussioni sono infruttuose perché ognuno pensa semplicemennte di avere ragione e che l’altro semplicemente sia in torto. In realtà, sono poche le certezze sulle quali siamo tutti d’accordo, come ad esempio che 2+2 fa 4; nel restante 99% delle nostre discussioni, di natura politica, religiosa, etica, relazionale, il problema è di un’ampiezza tale che sarà difficile che uno abbia il 100% della ragione e l’altro il 100% di torto.

Riconoscere la percentuale di ragione dell’altro, e far capire all’altro in modo esplicito che l’abbiamo riconosciuta, significa riconoscere che la realtà è più complessa di quanto pensiamo, e che l’altro può avere un punto di vista che può aiutarmi a capirla con più profondità, così come io posso aiutarlo a comprendere più a fonto il problema dicendogli con semplicità ciò che penso.

Quindi, la prossima volta che ti trovi in una discussione, non averne paura, affrontala serenamente, e cerca di imparare qualcosa dall’altro.

E ricordati: non iniziare mai il tuo intervento con un “NO”, ma con un “SÌ” sincero, nella fiducia che insieme si vede più lontano e meglio che da soli.

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